Angelo Trotta

Ricette di Gubbio - Anteprima

Nell’affascinante mondo della gastronomia, i legami tra culture e tradizioni culinarie possono dare vita a esperienze sorprendenti e memorabili. Oggi abbiamo il piacere di presentarvi un’intervista esclusiva con Angelo Trotta, docente di storia dell’arte all’Istituto d’arte e poi al Liceo artistico di Gubbio nonché talentuoso chef autodidatta, che ha avuto l’onore di preparare una cena per Stanley Tucci, in vacanza a Piegaro (PG) nell’agosto 2018. Stanley oltre ad essere un rinomato attore e autore è un vero appassionato di cucina italiana. Durante questa chiacchierata, lo chef ci racconterà del suo incontro con Tucci ma anche della sua iniziazione all’arte culinaria, dei suoi ingredienti preferiti, del suo modo di portare l’arte nei suoi piatti. Scopriremo anche come la passione per il cibo possa unire le persone e i mondi, portando a una celebrazione della cultura culinaria e delle radici gastronomiche italiane. Preparatevi a immergervi in un viaggio di sapori e storie, mentre approfondiamo questa emozionante avventura insieme ad Angelo Trotta.


INTERVISTE DI GUSTO

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Angelo qual è stato il tuo primo incontro con la cucina e come ha influenzato il tuo percorso accademico nell’arte?

Il primo incontro con la cucina risale alla notte dei tempi, al tavolo di marmo di mia madre su cui impastava di tutto e in continuazione, essendo noi cinque figli, il babbo, la nonna paterna e, quasi sempre, qualche “cristiano” che arrivava in visita: quante volte, mangiando un dolce, ci diceva: “lasciate qualcosa, che se arriva un cristiano…”. Comunque mi è sempre piaciuto cucinare, soprattutto le ricette tradizionali e quelle di famiglia: queste ultime della tradizione culinaria pugliese (mia madre era di Taranto) e campano-lucana (i nonni paterni).

In che modo la tua formazione in storia dell’arte ti ha aiutato a sviluppare il tuo stile culinario?

Beh, io ho una formazione archeologica. E fu proprio durante uno scavo archeologico con l’Università di Perugia che cominciai a cucinare in maniera assidua e perfezionista: si facevano i turni in cucina, e molto spesso i risultati erano disastrosi. Così a un certo punto dissi: fermi tutti: cucino io. E fu un successo.

Nelle tue Ricette quale ingrediente usi più frequentemente?

Sicuramente l’olio di oliva umbro è un ingrediente fondamentale nelle mie cucine. Non mi piace molto il sapore del burro, quindi per le paste frolle ricorro allo strutto. Tra i formaggi preferisco sicuramente il Parmigiano Reggiano e il Pecorino Romano. Tra le verdure le cime di rapa, i peperoni, i carciofi e le melanzane, tra le spezie il pepe (che macino al momento) e il peperoncino. Ma poi tutto il commestibile della nostra cucina mi trova pronto a usarlo. Sono un po’ più restio nei confronti delle spezie della cucina orientale.

Puoi raccontarci un aneddoto della tua esperienza di cucina con l’attore di Hollywood Stanley Tucci?

Stanley Tucci è una persona veramente gentile e cordiale. Aveva chiesto una cena a base di pesce e mi ha seguito nella preparazione dei piatti, tra cui un piatto pugliese buonissimo: “riso, patate e cozze”. A fine cena gli ho offerto un limoncino fatto con i miei limoni. Lo faccio piuttosto secco, il che dà l’impressione che sia molto forte. Lui l’ha bevuto come uno shortino, senza sorseggiarlo: ecco che perdevamo un grande attore!

Quali parallelismi vedi tra la creazione di un’opera d’arte e la preparazione di un piatto?

Sono entrambi frutto di uno spirito creativo.Certo, l’opera d’arte è molto più complessa e la sua realizzazione richiede una dedizione totale per un lungo periodo di tempo. Un piatto, per quanto complesso, è pur sempre una creazione istantanea, e la sua durata molto volubile e volatile. Però i grandi cuochi, quelli che hanno inventato delle ricette entrate a far parte, per così dire, del patrimonio culinario dell’umanità, beh, quelli credo che siano alla stregua dei grandi della storia dell’arte.

Durante la pandemia hai cucinato in rete con i tuoi studenti, ci parli di quella giornata?

A dire il vero, furono più lezioni, e ci divertimmo a fare ricette facilmente eseguibili, anche se alcune molto elaborate: a Pasqua preparammo la pastiera napoletana, per i ceri il baccalà alla ceraiola e il ciambelotto. Eravamo collegati in rete, e c’era la Preside, la prof. Marinangeli, che contribuiva a ripetere e fissare gli ingredienti, i tempi di lavorazione e di cottura. Fu, nonostante la stranezza del periodo, una bella esperienza.

C’è un movimento artistico o un artista che ispira particolarmente le tue creazioni culinarie?

Credo che ci sia un periodo della Storia dell’Arte molto vicino all’arte culinaria, ed è il Barocco. Diceva il poeta barocco Giambattista Marino: “E’ del poeta il fin la meraviglia/chi non sa stupir vada alla striglia”: ecco, la cucina stupisce, quando la farina diventa un panettone, un uovo la maionese, una ricotta la pastiera…. da tutti gli ingredienti più disparati si ricava un piatto che li raccoglie tutti, in perfetto equilibrio, creando un’armonia perfetta.

Qual è la lezione più importante che hai imparato sia dall’arte che dalla cucina?

Che non si finisce mai di imparare!


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Grazie al Professor Angelo Trotta per averci fatto conoscere i suoi ingredienti, per averci raccontato delle sue origini, per averci fatto vivere un pezzo di storia e per averci detto che a Stanley Tucci piace il suo Limoncello, ricordiamo che Stanley Tucci è attore di prim’ordine nei film “Il diavolo veste Prada”, “Hunger Games: la ragazza di fuoco”, “Julie e Julia”, “La Bella e la Bestia” solo per citarne alcuni. Buone Ricette caro Angelo e ancora Grazie da parte di tutti noi di Ricette di Gubbio ❤️